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Come proteggere un sito WordPress – Consigli e interventi preventivi

Come voi ascoltatori ormai sapete, molto spesso ci piace partire dalle nostre esperienze personali in ambito business, web e tecnologia, per condividere con voi quello che sperimentiamo e impariamo. Nella puntata di oggi parliamo di uno strumento fondamentale per la nostra visibilità, per promuoverci e acquisire clienti, ovvero: il sito Internet. Soprattutto ci vogliamo focalizzare su tutto ciò che si deve e che si può fare per proteggere un sito WordPress Infatti può succedere che si verifichino delle anomalie che addirittura possono portare il Provider, che ci offre il servizio di Hosting, a inibire il nostro sito.

Ascolta “[033] Come proteggere un sito WordPress” su Spreaker.

Queste anomalie, come vedremo, dipendono da diversi fattori. Non sempre i comportamenti anomali sono previdibili; ma in linea generale è sempre meglio prendere in considerazione alcuni parametri specifici quando si crea il propro sito. Particolare attenzione va fatta innanzitutto nel selezionare il Provider, che deve essere affidabile e fornire un servizio di qualità elevata. Ma, come vedremo, anche nell’utilizzo dei Plugin e nella scelta del Webmaster o tecnico che ci segue, dobbiamo tenere presente degli aspetti fondamentali. Seguendo alcune linee guida e utilizzando determinati strumenti, saremo sicuramente più pronti a proteggere il nostro sito e la nostra attività.

Ecco di cosa parleremo:

  • Il Provider può inibire il nostro sito internet in caso di anomalie e senza preavviso
  • Cose da tener presente quando costruiamo un sito WordPress
  • Quali sono i fattori che possono provocare delle anomalie
  • software del Provider: campanelli di allarme in caso di anomalie
  • Attenzione al piano che si sceglie quando si costruisce la propria pagina Internet
  • Il Provider e l’assistenza che fornisce
  • Plugin utili a mettere in sicurezza un sito WordPress
  • Vari Provider Italiani ed Europei
  • Altri accorgimenti per evitare problemi con il proprio sito: backup e scelta del webmaster
mtalk

App che semplificano e migliorano il lavoro: Evernote e Mtalk

Oggi continuiamo il nostro viaggio insieme alla scoperta delle App che migliorano la nostra produttività e il nostro lavoro. Già nell’Episodio 26 avevamo parlato di applicazioni per incrementare la produttività e, nello specifico, degli strumenti offerti da Google. Oggi vi illustriamo altre due App, che noi utilizziamo frequentemente con soddisfazione e che possono aiutare anche voi a trovare una soluzione smart in ambito lavorativo. Si tratta di: Evernote e MTalk. Come sentirete nel podcast di oggi, la prima App, Evernote, è utile soprattutto per organizzare il proprio lavoro, per renderlo più veloce e per ricordare e salvare quello che si trova in rete e non solo. MTalk, invece, è legato a servizi di telefonia ma, come vedremo, in un modo molto innovativo.

Ascolta “[032] App che semplificano e migliorano il lavoro” su Spreaker.

Entrambe le App hanno una serie di utilissimi servizi, di cui si può usufruire gratuitamente. E per avere ulteriori funzioni aggiuntive si può poi decidere di accedere alla loro versione a pagamento. Non c’è una categoria di professionisti univoca a cui queste due App possono essere utili. Diciamo che chiunque in ambito lavorativo le può utilizzare proficuamente e con successo. Certamente Evernote è ideale per chi si occupa molto di Content Marketing, così come Mtalk può risultare addirittura indispensabile per i nomadi digitali e coloro quindi che non hanno un ufficio fisico in cui svolgere la propria attività. Vi consigliamo davvero di provarle entrambe e sarete contenti dei risultati in termini di organizzazione del lavoro e dell’impatto che avranno sulla vostra produttività.

Ecco di cosa parleremo:

  • Evernote: un’applicazione con diverse funzionalità
  • taccuini, le note e i Tag di Evernote e la funzione di scanner
  • Funzioni aggiuntive con la versione a pagamento e molte integrazioni con altri software
  • App Evernote: sia per desktop che per smartphone
  • Evernote anche per facilitare il lavoro in team
  • La App Mtalk e il suo utilizzo
  • Mtalk: Ottimo rapporto qualità prezzo
  • Con la versione a pagamento di Mtalk servizi aggiuntivi
  • Per una suite ancora più completa rispetto a Mtalk: Messagenet
Comunicare in modo efficace con Glocal Consulting

Comunicare in modo efficace: ecco come

Comunicare in modo efficace: qual’è il segreto che sta dietro ogni strategia di marketing?

Daniele Errera ci svela i segreti che ogni imprenditore dovrebbe conoscere per arrivare ai propri clienti in modo efficace.

Dopo la formazione accademica in marketing e comunicazione d’impresa, Daniele ha iniziato la sua carriera lavorando a Milano nel campo dell’in store promotion.

Da li ha sperimentato sul campo come anche il singolo messaggio va curato nel dettaglio, questo grande insegnamento l’ha portato nella sua attività imprenditoriale che ancora oggi gestisce “glocal consulting“.

Glocal Consulting è un’agenzia di comunicazione integrata che supporta aziende e professionisti nel loro percorso di comunicazione on-line ed off-line.

Daniele e i suoi soci realizzano siti internet, landing page, e-commerce, posizionamento sui motori di ricerca (SEO, SEM), social media marketing e creazione/stampa di grafiche pubblicitarie.

Con Daniele parliamo anche di referral marketing, ossia come attivare un network di professionisti che possano scambiarsi referenze tra di loro. BNI (Business Network International) è la rete di referenze più grande al mondo in forte crescita, di cui Daniele fa parte, e che è servita alla sua azienda per sviluppare nuovo business.

Libri consigliati da Daniele:
– Così parlò Zarathustra: Nietzsche

Risorse Web:
– Hootsuite.com per gestire più piattaforme social da una sola piattaforma
– gtmetrix.com per analizzare le performance dei siti Web

Ascolta il podcast

Medici 4.0

Medico senza frontiere: social e professionalità 4.0

Spesso si fa l’errore di pensare che alcune professioni non siano adatte a essere promosse attraverso il Web. In realtà non esistono lavori e specializzazioni non adatti all’uso di Internet come strumento per farsi conoscere. Infatti oggi a ProsperityLive abbiamo il piacere di intervistare un giovane medico, competente e intraprendente, che utilizzamoltissimo il Web per la sua professione. Il nostro ospite è Claudio Maestrini specialista in Chirurgia plastica, estetica e ricostruttiva.

Ascolta “[031] Medico senza frontiere: social e professionalità 4.0” su Spreaker.

Claudio Maestrini ci illustra come il Web gli dia gli strumenti per farsi conoscere al di là dei confini del suo studio e per costruire il proprio Brand personale. Inoltre, è con molto entusiamo, che sottolinea come il Web serva nel suo caso anche ad avvicinare il paziente al tipo di interventi che vengono realizzati: la complessità dell’intervento e della medicina vengono in qualche modo semplificati e resi più comprensibili proprio grazie agli strumenti del web. Ad esempio un ruolo molto importante, nella promozione di questa professione su Internet, lo hanno le immagini. Non è un caso che negli Stati Unitimoltissimi chirurghi plastici utilizzino Instagram e abbiamo profili forti e seguiti da moltissimi followers.

Un altro strumento che Claudio Maestrini ritiene molto importante e che sta per utilizzare  con regolarità è ill video live con cui racconterà quello che è avvenuto nel suo studio durante la settimana e darà anticipazioni su ciò che ha in programma. Anche nel caso di un medico, dunque, il Web, tramite ad esempio InstagramLinkedinFacebookSkype e con il sito Internet, si rivela fondamentale per far conoscere il proprio lavoro, comunicare con i propri utenti e promuovere il proprio brand personale.  Claudio Maestrini, con il suo approccio proiettato verso il futuro, è un vero e proprio medico senza frontiere: il web gli consente di abbattere appunto le frontiere canoniche della comunicazione in ambito medico.

E a proposito di prossimo futuro, dal 15 al 22 Ottobre Claudio sarà in Senegal, con la ONG Emergenza Sorrisi, che sarà seguita anche da una troupe televisiva che documenterà l’esperienza di un giovane medico in un contesto emotivamente difficile in cui dovrà operare bambini con malformazioni facciali.

Ecco di cosa parleremo:

  • Chi è Claudio Maestrini
  • La sua esperienza sul Web
  • Gli strumenti utilizzati per costruire il proprio Brand personale e aumentare la sua autorevolezza
  • Una prima consulenza su Skype per aiutare il paziente nella decisione e nella scelta
  • La coerenza tra il medico Claudio Maestrini sul Web e la persona che si incontra in studio
  • Il Web deve far emergere il valore del medico e non ridurre la professione a una questione di prezzo
  • Le grandi opportunità di Internet per il medico: uscire dai confini del proprio studio e del proprio ospedale, aiutare pazienti anche lontani e potersi promuovere su larga scala
  • Claudio Maestrini con Emergenza Sorrisi in Senegal
A man is working using laptop at park. Outdoor, guy look challenged and thinking.

Una Challenge per lanciare prodotti e servizi- Cosa abbiamo imparato

Vi ricordate la Challenge, il nuovo sistema di lancio implementato nel Marketing da Zach Spukler? Ve ne abbiamo parlato nell’Episodio 27 oggi siamo felici di condividere con voi le fasi di questo processo e di fare il punto della situazione. In cinque giornate di Challenge, infatti, abbiamo seguito cinque diversi steps e svolto i compiti che ci sono stati assegnati. Nell’episodio di oggi di ProsperityLive vi sveliamo quali sono i passi da compiere e l’interessante esperienza a cui abbiamo preso parte.

Ascolta “[030] Una challenge per lanciare prodotti e servizi: cosa abbiamo imparato” su Spreaker.

Nella Challenge ci sono stati compiti più complicati di altri, ma la loro maggiore difficoltà è uno stimolo utile per riflettere meglio sul prodotto e servizio che si sta per lanciare. Inoltre, una volta completato il compito assegnato, per questa Challenge viene creato un gruppo ad hoc chiuso su Facebook. Qui si condivide il compito del giorno e ci si sostiene reciprocamente. Quindi ne derivano consigli e suggerimenti, che fanno diventare questo gruppo un vero e proprio MastermindNaturalmente qui si condividono anche i risultati raggiunti! Questa condivisione fa sì che si creino anche delle relazioni con persone di diversi paesi e che hanno le più disparate attività. Quindi un’occasione molto bella di apertura e confronto.

La Challenge è uno strumento molto utilizzato all’estero, soprattutto negli Stati Uniti. Qui in Italia, in ambito Marketing, non se ne sente ancora molto parlare. Per questo siamo felici di essere stati pionieri di questa esperienza. Siamo ora pronti a partire con la nostra: il 18 settembre parte la LinkedIn Challenge e nelle settimane successive condivideremo con voi i risultati. Oggi in regalo per voi una check-list con le varie fasi della Challenge:

Ecco di cosa parleremo:12

  • Giorno per giorno i compiti assegnati della Challenge
  • Riflessioni sulle varie attività assegnate
  • E’ importante nella propria attività essere chiari su cosa si fa e cosa non si fa
  • Challenge: il gruppo chiuso su Facebook come opportunità di condivisione e confronto
  • La conclusione delle 5 giornate di questa sfida
  • Questa esperienza come opportunità di sviluppare nuovi canali strategici

 

Chess game business strategy concept

Spendere? No, spendersi. Una strategia vera per il proprio business.

Chi più spende meglio spende. Un vecchio detto che, in alcuni casi, potrebbe andar bene. Diciamo la verità, in questi anni il denaro è forse cosa rara, o meglio, difficile da raggiungere. Spazio dunque ad un concetto ed una parola chiave: strategia.

Se volete davvero far crescere il vostro volume d’affari, pensate alla vostra strategia vincente. Sicuramente un budget più cospicuo aiuta il vostro progetto ad essere fiorente, ma non è questo il cuore del vostro successo. Molti professionisti ed aziendeimpiegano molte ore (per non dire mesi) nella stesura della propria idea, studiando in dettaglio target, mercato, competitor, placement e molto altro.

Dedicate tempo, passione, ingegno al vostro progetto. Confrontatevi con professionisti, fate networking, createvi una propria cultura, studiate. Spendetevi.

Pensare di creare un business vincente nel giro di pochi giorni è da folli: forse non è impossibile, ma nella maggior parte dei casi mercato e realtà dettano legge. Ed allora non c’è niente di meglio che spremere le meningi, studiare i punti di forza/debolezza del proprio prodotto, analizzare il cliente obiettivo e mettersi al lavoro.

Nella mia carriera ho visto molti professionisti e società chiudere la propria attività perché improvvisata, sprovvista di una strategia di crescita reale.

Spendere può avere due accezioni: sperperare (metter mano al portafogli e tentare la fortuna senza alcuna strategia, magari seguendo il buon vecchio istinto), e investire (credere in un’idea, un progetto, mettendo a disposizione i propri “risparmi”) attraverso uno studio accurato.

Il marketing non è la “palla di vetro magica”, ed fattore X è sempre dietro l’angolo. Le strategie non possono prevedere al 100% ciò che succederà, ma possono fare simulazioni importanti che ci faranno (a monte) fare scelte consapevoli.

Non smettete di sognare e di inseguire i vostri sogni direbbe qualcuno, ma fatelo con un minimo di strategia. La realtà (forse) potrà essere ancor più bella.

Content marketing glocal consulting

Content Marketing. Scrivere tanto o meglio?

Content Marketing. Annosa questione. Scrivere tanto e far “volume” o poco ma di qualità?

Questa è la domanda che si fanno molti, moltissimi autori di contenuti. Gli algoritmi cambiano (ed anche piuttosto frequentemente a mio modesto avviso). A parte ciò, sono i colossi del web (Google, Facebook per citare due big) che dettano legge. I loro algoritmi determinano il successo o meno di uno o più contenuti, e quindi di siti, portali che si trovano a dover “inseguire” le regole del gioco.

Quindi la domanda ritorna periodica: scrivere tanto? Poco? Quante volte inserire la parole chiavi al proprio interno.

Facciamo chiarezza: senza dubbio è importante inserire parole chiavi che fungano da “anchor text” per l’utente ed i motori di ricerca. Ma il segreto, forse, è dietro l’angolo. Scriviamo contenuti originali, nostri, che siano accattivanti e possano incuriosire l’utente.

Contenuti esclusivi, appropriati (in qualche sito web andranno?), ricchi magari di periodi e testi insoliti ma appropriati possono (anzi) fare la differenza ed essere ben considerati da Google & Co. Cercate nelle vostre produzioni di “ispirarvi” sempre meno ai molti articoli che vedete in giro per il web.

Nel momento in cui volete scrivere un articolo o un contenuto in genere, si presume che siate mossi da motivazione, passione, competenza, conoscenza dei fatti. A dire il vero ad oggi, se mi dovessi sbilanciare, scriverei sicuramente un contenuto più articolato, magari introducendo degli elementi (argomenti) innovativi, che facciano gola ai miei lettori (destinatari) ed ai motori di ricerca. Siate specifici ma non troppo avidi di parole. Il contenuto originale può fare la differenza.

Allo stesso tempo però sarebbe inutile scrivere dei “papiri di inutilità”. Qualcuno diceva che le parole sono importanti: sì, oggi più che mai. Buona ispirazione a tutti.

Piaciuto l’articolo content marketing? Potete visualizzare questi https://www.glocalconsulting.it/siti-web-roma-il-team-di-glocal-consulting/https://www.glocalconsulting.it/siti-web-roma-glocal-consulting/

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Cosa Faccio e Cosa Non Faccio

Lunedì scorso mi trovavo a Roma, nella mia consueta riunione del lunedì nel mio network (BNI). Colazione di lavoro con i professionisti del mio gruppo, discorsi, confronti, spunti interessanti.

Poi, come ogni settimana, un professionista specifico ci presenta la propria attività in maniera approfondita. Paola si esibisce con slide e parole efficaci. Sul finire della sua presentazione (ottima senza dubbio) arriva la ciliegina sulla torta: una slide con su scritto “COSA NON FACCIO“. Semplicemente geniale!

Molto spesso al giorno d’oggi (forse per la paura di una crisi che ci dicono ancora forte, forse per una facile cultura del “meglio far di tutto, così si opera in molti campi”) incontriamo persone che si definiscono esperte in molti campi (li chiamavano tuttologi). Fermo restando che la fame di sapere e di formarsi in differenti campi è comunque un ottimo spunto, credo sia fondamentale per un professionista (o una società) specializzarsi in un settore.

Sì, anche i mercati e settori di impresa apparentemente spogli racchiudono molte sfumature e la richiesta di una formazione continua. Sì pensi al settore infinito di internet: quante micro (anzi, macro) aree racchiude al suo interno? Ma non solo: il settore pubblicitario, quello legale, i coach, ed altro ancora.

Dire “faccio tutto” equivale a dire “faccio zero, o giù di lì”. L’identificazione delle competenze aiuta il focus dei professionisti su specifici settori ed indirizza anche le risorse economiche in termini di formazione ed investimenti.

Tornando a Paola: dopo aver spiegato chiaramente cosa sa fare (e credetemi, lo sa fare benissimo), ha spiegato a tutti cosa non fa. Fondamentale: in questo modo ha valorizzato le sue specializzazioni. Lei è inconfondibile perché (dopo un focus sulle sue competenze) ha definito i campi di non operatività, quelli che potrebbero essere “confusi” con i propri ambiti di competenza.

Ogni professionista dovrebbe spiegare nel dettaglio cosa sa fare e cosa non fa (quindi con cosa non confondere le sue competenze). Grazie alla mia amica Paola, come al solito professionista illuminata e con idee di avanguardia: a proposito, scrivo articoli su LinkedIn anche perché proprio Paola (particolarmente esperta nella cura di questo business network) mi ha fatto scoprire numerose funzioni.

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Il cliente NON ha sempre ragione. Forse.

Vi siete mai chiesti quale confine ha il rapporto tra cliente e fornitore di servizi? Probabilmente sì. Forse alcuni di voi non curano questo dettaglio, ed invece è bene costruire nel tempo una linea di confine. Tra chi? No. La risposta è tra cosa.

Mi spiego meglio: troppo spesso capita che la sfera lavorativa del fornitore venga invasa oltremodo dal cliente (anche in buona fede). Costui non ha la competenza del fornitore stesso, e quindi va da sé che il concetto di fiducia sia fondamentale. Le domande che il cliente deve farsi è: perché ho scelto questo o quel professionista? Perché sto lavorando con lui? Ne sono soddisfatto? Posso migliorare il mio rapporto con lui?

Il professionista (fornitore di servizi) ha tutto l’interesse (se svolge un’attività con la giusta propensione etica) a voler soddisfare il cliente: deve però anche mostrare i limiti del lavoro, quelli che possono essere superati oggettivamente, soggettivamente e quelli che (onestamente) è impossibile superare in un determinato contesto.

Il cliente ideale è colui che ha rispetto del lavoro, e concepisce il rapporto lavoro/denaro come uno scambio equo, non come l’ingaggio di uno schiavo a tempo (in)determinato.

Il professionista, dal canto tuo, deve essere pronto a proporre tutte le soluzioni possibili e percorribili per soddisfare il cliente, ed essere da subito trasparente su prezzi e prestazioni offerte. Così poi si dirà che il cliente NON ha sempre ragione. Forse.

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E’ bello ma non comunica

E’ bello ma non comunica.

Quante volte vi sarà capitato di vedere siti, campagne pubblicitarie, maxi affissioni nelle piazze più belle delle vostre città (e già non va bene).

I messaggi pubblicitari, o meglio, la comunicazione… Può essere bella a vedersi? Può bastare l’elemento estetico per rendere un messaggio adatto e efficace? La risposta è articolata. Facendo un sunto del mio concetto, direi che l’estetica potrebbe bastare se a parlare fossero altri linguaggi, se si utilizzassero altri registri (in contesti specifici): il corpo per esempio.

Non basta quindi un’ottima scelta della singola immagine (importante). E’ necessario che l’obiettivo del messaggio sia raggiunto, che questo sfrutti un canale adeguato, e che venga composto nel miglior modo possibile. Il rapporto tra testo e immagini è quindi fondamentale.

L’estetica vuole la sua parte, ma l’efficacia ha la sua importanza. Non sempre le campagne pubblicitarie più belle sono anche quelle che hanno più successo.

Ricordate (in sintesi): mittente -> messaggio -> canale (il mezzo, detto medium) -> destinatario.

A questi elementi fanno eco molti fattori “disturbanti”. Non voglio prolungare, ma ciò che è importante è: il mio messaggio è anche chiaro?