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ChatGPT, l’intelligenza artificiale che scrive e risponde al posto nostro

ChatGPT è il trend del momento, ma di cosa si tratta veramente? ChatGPT è un chatbot basato sull’intelligenza artificiale, ideato per simulare delle conversazioni, generare testi e risposte pertinenti su infiniti argomenti, dal più semplice al più complicato, con un linguaggio molto simile a quello umano. Lanciato a novembre, ChatGPT è diventato presto un trend sia tra gli esperti di tecnologia che tra gli utenti base di internet: la creazione automatica di contenuti tramite intelligenza artificiale ha veramente attirato l’attenzione di tutti.

Ma cosa può fare il chatbot? ChatGPT è un modello linguistico di grandi dimensioni sviluppato dalla compagnia OpenAI, fondata nel 2015 da Elon Musk. Può generare testi simili a quelli pensati e scritti dagli esseri umani e viene usato dagli utenti per svolgere diversi compiti, come rispondere alle domande e generare testi. Questo è possibile perché il sistema di intelligenza artificiale viene alimentato con centinaia di miliardi di parole, con libri, conversazioni e articoli, dai quali estrapola un modello, basato su probabilità statistica, delle parole e delle frasi. In questo modo chatbot di OpenAi prevede e genera delle frasi e dei testi completi.

Per poter provare gratuitamente al programma beta di OpenAI e dialogare con ChatGPT basta andare sul sito dell’azienda: per utilizzare ChatGPT basta scrivere una domanda nella barra di ricerca posizionata in fondo alla schermata, inviarla e aspettare una risposta.

ChatGPT è stato pensato per rendere l’intelligenza artificiale più accessibile anche agli utenti non esperti di mondo tech e di programmazione. ChatGPT quindi fornisce una moltitudine di informazioni su nostra richiesta, instaurando un vero e proprio dialogo con l’intelligenza artificiale. Ma cosa possiamo chiedere a ChatGPT? Possiamo chiedere di fare traduzioni di testo dall’inglese, scrivere testi su un argomento, riassunti, racconti, recensioni, nonché instaurare un dialogo come si farebbe tra persone. Generando risposte sottoforma di testo, semplifica agli utenti l’acquisizione di informazioni che altrimenti dovrebbero cercare con una ricerca approfondita su internet ed estrapolando contenuti da vari testi. Inevitabili però le critiche e i dubbi. C’è chi teme per la privacy e l’uso di dati personali e per la possibile disinformazione e chi lo ha già bannato dalla scuole, come è successo in America, dove gli studenti utilizzavano il chatbot per realizzare le tesine. Ma questo sistema ha anche dei limiti o è paragonabile alla mente umana? Ovviamente i limiti riguardano la mancanza di consapevolezza e intelligenza emotiva, per questo l’intervento umano su alcuni compiti di chatbot è ancora indispensabile… per ora.